Nell’ultimo anno il circuito elettronico Nasdaq – attraverso il quale transitano gli scambi azionari del listino tecnologico della Borsa di Wall Street – è stato più volte attaccato e violato da hackers. La piattaforma per il trading non è stata compromessa – ha dichiarato una fonte vicina alla notizia – ma gli investigatori federali stanno cercando di intercettare i pirati informatici e l’obiettivo delle ripetute incursioni informatiche.
Al vaglio degli inquirenti una serie di ipotesi: dal tentativo di lucrare illegalmente dalle informazioni di mercato, al furto di segreti commerciali fino al tentativo di minacciare la sicurezza nazionale danneggiando gli scambi della Borsa americana.
«Da quel che risulta gli autori avrebbero solo dato una sbirciatina» dichiara al Wall Street Journal una fonte a conoscenza dei fatti. L’attacco al Nasdaq è paragonabile a quello di un ladro che viola un domicilio privato senza però rubare, né manomettere niente.
Tuttavia gli investigatori sono preoccupati che dietro queste incursioni si possa nascondere l’intento di voler creare una via privilegiata per l’accesso alle infrastrutture del sistema nazionale, fra cui quelle del controllo del traffico aereo. Del resto, i precedenti non mancan o fra cui uno a scapito della rete elettrica degli Stati Uniti, penetrata da pirati informatici che tempo fa vi installarono un software potenzialmente pericoloso all’interno dell’infrastruttura informatica.
Il mistero degli ultimi attacchi al Nasdaq
Il mistero che aleggia sui recenti attacchi al Nasdaq, che nell’immediato pare non abbiano creato danni, preoccupa però gli investigatori. Secondo Tom Kellermann, ex ufficiale della sicurezza informatica della Banca Mondiale, gli hackers più pericolosi al mondo stanno sempre di più prendendo di mira le istituzioni finanziarie, in particolare quelle coivolte nella negoziazione elettronica. «Molti hacker professionisti non cercano di monetizzare immediatamente la situazione, ma spesso compiono quella che in gergo viene chiamata raccolta delle informazioni locali al fine di apprendere il modo migliore per monetizzare l’attacco nel lungo termine».
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