«Non arretreremo di un millimetro nella difesa dei principi, senza prendere lezioni da nessuno», dice con decisione il presidente dell’Anm Luca Palamara, rispondendo agli attacchi di premier e Pdl. E viene in mente la battuta di John Belushi nel film Animal house: «Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare».
Il numero uno del sindacato delle toghe da tempo conduce la sua battaglia di difesa a oltranza della corporazione, ma in momenti di tensione come questi sa che l’associazione attorno a lui si fa più compatta e i moderati non fanno distinguo, preoccupati di vedersi appiccicare l’etichetta di filogovernativi. Così, sempre più assume i toni del capo partito. «Abbiamo sempre respinto – dice Palamara – accuse e aggressioni con fermezza e dignità e continueremo a farlo». Le critiche ai magistrati sul caso Ruby? Nessuna sorpresa, perché «né da oggi né da ieri, un giorno sì e l’altro pure, si vedono questi attacchi contro una fondamentale istituzione dello Stato».
In sala si sta svolgendo un convegno sulla giustizia organizzato dalla fondazione Democratica di Walter Veltroni. Il tema è «Idee per la riforma della giustizia» e le dichiarazioni di Silvio Berlusconi in mattinata riguardano proprio gli ostacoli alle riforme posti da Gianfranco Fini e dai suoi, in omaggio a un patto con l’Anm. «Provocazioni strumentali – replica a muso duro Palamara -. L’associazione tutto quello che dice lo dice pubblicamente. Non fa accordi sottobanco».
Ma il capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia alla Camera, Enrico Costa, sostiene che «l’appiattimento di Fli sulle posizioni dell’Anm è oggettivo: i parlamentari finiani sono ispirati dalle quotidiane encicliche dei dottori Palamara e Cascini, specializzati in attacchi alla maggioranza e al governo».
Palamara coglie l’occasione anche per una stoccata alla maggioranza sulle intercettazioni, che dilagano sui mass media in questi giorni fornendo scabroso materiale per fare i processi in piazza. Una stoccata contro il progetto di legge che il Pdl annuncia di voler spingere in Parlamento.
Il leader dell’associazione magistrati assicura di non voler «entrare nel merito di inchieste in corso», ma ricorda che l’Anm «ha fornito più volte numeri e dati» per dimostrare che grazie alle intercettazioni «il fior fiore dei criminali è stato assicurato alla giustizia italiana e ciò non deve essere mai dimenticato».
Perché Palamara non dice niente, chiede Luigi Vitali del Pdl, sull’«abuso» di questo strumento investigativo, sull’anomala pubblicazione dei testi, sui costi «eccessivi e sproporzionati»?
Fonte: Il Giornale