Non rinnega certo la scelta di essere tornato con Silvio Berlusconi abbandonando la nave di Fli e si dice pronto alla crociata se sulla giustizia si andrà allo scontro. Ma guai a pensare che il senatore Giuseppe Menardi, classe 1953, ingegnere prestato alla politica, piemontese doc e tre legislature alle spalle, sia disposto a firmare una cambiale in bianco. «Voglio vedere le carte quando saranno pronte».
Non si fida, onorevole?
Sono convinto che bisogna andare verso una soluzione che contemperi, da un lato, l’esigenza del singolo cittadino di vivere in un paese in cui non si ha paura di parlare al telefono, e, dall’altro le necessità investigative. Occorre trovare un punto di equilibrio.
Berlusconi vuole accelerare sulle intercettazioni. Che ne pensa?
Il problema c’è ma mi piacerebbe vedere la proposta e spero non sia una scorciatoia per risolvere qualche problema contingente.
Meglio una riforma complessiva della giustizia, dunque?
Sarebbe bello poter procedere per un riassetto generale. A me è parso che nelle scorse settimane, quando c’era tranquillità sui numeri, ci fosse stata da parte del governo l’espressione di una volontà di seguire la via maestra. Mi auguro si continui lungo questa direzione anche dialogando con quella parte dell’opposizione che è disponibile a fare certe riforme.
A giudicare dalle ultime manovre della maggioranza, le priorità però sembrano altre: processo breve, Cirielli bis…
Ieri il premier ha dato una risposta molto chiara: “Qualsiasi cosa riguarda la giustizia viene intesa come un intervento a favore del sottoscritto perché sono l’uomo più inquisito d’Italia”.
L’opposizione ne è convinta. E lei?
Ma l’opposizione dovrebbe essere più obiettiva e iberarsi dall’idea che Berlusconi voglia guidare il corso degli eventi intervenendo su questa materia. Sulle intercettazioni, per esempio, eravamo arrivati a un compromesso importante la scorsa primavera…
Però il premier ha già fatto capire che quel compromesso non gli piace.
Io penso che se ci sarà un clima di collaborazione bisognerà trovare una soluzione che tenga conto sia dell’interesse del singolo che di quello generale. Ma se su questo o un altro provvedimento si andrà alla fare una crociata allora io mi allineerò alla maggioranza.
Fonte: Il Sole 24 Ore