Dopo la chiusura forzata di Megaupload e Megavideo, l’FBI ha iniziato le sue indagini verso i più grandi colossi del web Facebook e Twitter. I due social network, attualmente, sembra abbiano attirato le attenzioni dell’Intelligence americana che da mesi ormai ha attivato un protocollo antipirateria sul web.
L’obiettivo principale è la difesa dei diritti di copyright che sembra i Guru stiano infrangendo, ma sembra ovvio pensare che la chiusura sarà pressochè impossibile rispetto a dei controlli più rigidi e restrizioni più severe.
Sembra una storia del noto indiano Eric Arthur Blair, ma l’FBI è seriamente intenzionata ad ottenere il controllo diretto dei due social network: Twitter e Facebook.
Con un bando del 19 gennaio intatti, il Federal Bureau americano è alla ricerca di un appaltatore in grado di sviluppare un software che monitorizzi i messaggi rilasciati sui due social network, una sorta di software spia in grado di scandagliare tutti i post, messaggi e tweet, alla ricerca di keywords specifiche al fine di tutelare i cittadini da eventuali atti illeciti, crimini, atti di terrorismo e molto altro. Tali messaggi saranno poi incrociati con le intercettazioni ambientali.
Secondo l’FBI questo sarà un metodo infallibile per sventare eventuali attacchi terroristici e crimini di ogni altro genere.
Questa nuova tecnica di controlli ebbe realmente inizio nel lontano 11 settembre 2001, la data che noi tutti ricordiamo per l’attentato alle Torri Gemelli, ma pian piano si è estesa a macchia d’olio ed oggi sta coinvolgendo i principali social network mondiali. Tra la legge SOPA e la chiusura di Megavideo e Megaupload l’FBI sarà occupata a monitorare le comunicazioni interne agli USA, per cui il monitoraggio in tutto il resto del mondo sarà affidato alla DARPA ed alla CIA.
Che fossimo tutti spiati sul web era noto ormai da tempo, di certo la situazione risulta destare maggiori preoccupazioni proprio grazie agli avvenimenti legati a Facebook e Twitter, che hanno creato la base per permetterci ci prendere coscienza di quanto il concetto di privacy sia relativo, soprattutto su internet.