L’amministrazione Obama ha realizzato un software che consentirà ai cittadini di avere un unico documento a prova di hacker per navigare su internet.
Una carta d’identità per internet sostituirà tutte le password che gli utenti della rete utilizzano quotidianamente navigando sul web, mettendo così al sicuro le transazioni finanziarie e le informazioni sensibili dei cittadini americani. In un documento di 55 pagine presentato dall’amministrazione Obama si propone l’adesione volontaria ad un programma che intende mettere al riparo i consumatori dalle frodi online a dai furti di identità che ogni anno colpiscono più di otto milioni di persone causando perdite superiori ai 27 miliardi di dollari.
«Internet ha rivoluzionato per sempre il nostro modo di comunicare e di fare affari – afferma il presidente degli Stati Uniti – ma ci pone anche di fronte a delle nuove sfide, è in gioco l’economia nazionale e la privacy degli americani». Il problema è che l’attuale sistema basato sull’impiego di numerose password per accedere ad un ampia gamma di siti, tra cui ad esempio la mail o il conto corrente, non sembra reggere il passo con i numerosi espedienti tecnologici messi in pratica dai cyber criminali, che stanno aumentando ogni giorno di più il proprio raggio d’azione.
Il nuovo metodo prevede di creare una carta d’identità personale online per ciascun cittadino che ne faccia richiesta, a cui verrà fornito un software che attraverso un’applicazione utilizzabile su uno smartphone, una carta di credito o una penna usb, consentirà l’accesso a tutti i siti in cui è richiesta un’autenticazione. «In questo modo si potrà prevenire gran parte del crimine online, dando così maggiore fiducia ai privati e alle aziende nell’operare sulla rete – aggiunge Obama – e questo incoraggerà la crescita e l’innovazione».
Ma l’idea che il governo possa gestire i dati sensibili dei cittadini non convince alcuni esperti, convinti che molte persone saranno alquanto sospettose al riguardo: «Una strategia del genere calata dall’alto non funzionerà mai – attacca Jim Harper, responsabile degli studi sull’informazione del Cato Institute – le persone non si fideranno di un programma federale che percepiranno come un attentato alla protezione della loro privacy, autonomia e libertà».
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