È stata ascoltata nuovamente dai pm, Nicoletta Maggi, la segretaria del ministro delle Riforme, Umberto Bossi, in relazione alla vicenda del presunto ritrovamento di alcune microspie nell’abitazione romana e nell’ufficio dell’esponente della Lega. In base a quanto si apprende da fonti giudiziarie, la donna continuerebbe a non ricordare il nome della persona e della ditta che ha effettuato la bonifica dei due ambienti. Sarebbe stato, infatti, un dipendente di una società specializzata in bonifica ad effettuare materialmente il sopralluogo al fine di individuare le microspie. L’indagine si troverebbe, quindi, in una fase di stallo: senza tracce della presenza delle cimici, ai pm Giancarlo Amato e Eugenio Albamonte non resterebbe che archiviare. L’inchiesta potrebbe comunque arrivare a coinvolgere in modo diretto proprio la Maggi se i pubblici ministeri ritenessero che la donna stia negando fatti a sua conoscenza. La procura, dopo le dichiarazioni di Umberto Bossi, all’inizio di gennaio aveva deciso di aprire un fascicolo ipotizzando i reati di «cognizione, interruzione o impedimento illecito di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche» e «installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche».
Fonte: L’Unico