BARI – Il pm di Bari Giuseppe Scelsi, titolare dell’inchiesta sul caso Berlusconi-Tarantini-D’Addario avrebbe lasciato la Procura per dissidi con il procuratore Antonio Laudati, come aveva scritto Repubblica. Invece, come ha scritto Marco Lillo sul Fatto Quotidiano (l’articolo è stato anche ripreso da Dagospia), la “vera partita che si gioca a Bari riguarda il destino delle intercettazioni”.
Nel fascicolo, ha spiegato Lillo, “ci sono decine di telefonate con il premier e le sue ragazze. Oggi sono segrete ma – dopo la chiusura dell’inchiesta – potrebbero finire sui giornali, imbarazzando certamente il premier ma anche chi ha mantenuto la sordina allo scandalo per due anni”.
Secondo quanto scritto dai giornali nei giorni scorsi, invece, Scelsi non avrebbe tollerato modifiche nell’accusa a Gianpaolo Tarantini (accusato di favoreggiamento della prostituzione).
Lillo ha rilevato la differenza abissale dei tempi di lavoro della Procura di Milano (che indaga sul caso Ruby su fatti del 2010 e ha già ottenuto il processo) e quella di Bari (che si occupa di fatti del 2008 ed è “ancora al palo”).
Lo smacco, ha sottolineato Lillo, “era ancora più cocente se si leggevano i nomi delle protagoniste di oggi nel faldone di Milano e di ieri in quello di Bari: Barbara Guerra, Ioana Visan e Marysthelle Polanco, stessi nomi, stesso utilizzatore finale. Cambiava solo il favoreggiatore (Tarantini contro il terzetto Mora-Fede-Minetti) e soprattutto cambiava l’atteggiamento e il ritmo delle due procure”.
Fonte: Blitz Quotidiano