Come difendere i nostri figli dai bulli che popolano la rete? La risposta potrebbe arrivare dalle linee guida pubblicate qualche tempo fa da Facebook su una pagina dedicata al bullismo, dal titolo: “Fermiamo il bullismo. Presentazione di strumenti, suggerimenti e programmi per aiutare le persone a difendere se stesse e gli altri“. L’obiettivo principale del noto social network è chiaramente quello di mitigare l’aumento di casi di violenza verbale, ingiurie e vessazioni che tanti ragazzi e adolescenti si trovano a dover fronteggiare ogni giorno sulla nota piattaforma social. In tal senso ci è sembrata oltremodo preziosa la collaborazione avviata con lo Yale Center for Emotional Intelligence, impegnato a fornire servizi formativi e comunicativi di supporto per la gestione del bullismo in rete.
Anche la comunicazione adottata per raggiungere il target di riferimento ci appare oltremodo dettagliata, semplice e mirata a risolvere il problema. Si parte con la spegazione tout-court del fenomeno bullismo, per poi allargare il campo ai diretti interessati, ai genitori e ai loro insegnanti. Ben congegnata, inoltre, è l’area dedicata ai partner dell’iniziativa, arricchita da testimonianze di funzionari, presidenti, consulenti ecc. riuniti sotto il motto “L’unione fa la forza”. Per quanto riguarda il nostro Paese, il progetto è stato perorato anche da Save the Children Italia e Telefono Azzurro, impegnati in vario modo nel campo della sicurezza dei minori.
Tutto bene, anzi benissimo. Finalmente c’è qualcuno che cerca di prendere di petto la questione. Resta soltanto da capire fino a che punto un adolescente sarà propenso a confidarsi con i propri tutori per arrivare ai colpevoli degli atti di bullismo on line. Be’ in questo caso l’utilizzo legale di uno spyphone, che si avvale di supporti capaci di catturare conversazioni, telefonate, messaggistica, foto e tanto altro, potrebbe rivelarsi efficace.