Scattano quaranta perquisizioni, coinvolti pakistani della provincia di Peshawar
Indagine antiterrorismo condotta dalla Procura di Napoli. Sono stati eseguiti 40 decreti di perquisizione nei confronti di pakistani residenti in Italia, sospettati di essere promotori e affiliati di una organizzazione per il traffico di eroina, l’immigrazione clandestina e la falsificazione di documenti: attività illecite che servirebbero a sostenere la causa jihadista e filotalebana del movimento “Tehreek e Nafaz e Shariat e Mohammadi” legato al leader talebano Maulana Fazlullah.
Le perquisizioni sono state effettuate dalla Digos di Frosinone e dal Ros dei carabinieri di Udine, in coordinamento con il Servizio centrale antiterrorismo della direzione centrale della Polizia di Stato e il Comando generale dell’Arma, e hanno interessato Napoli, Frosinone, Roma, Macerata, Milano, Oristano, Cagliari e L’Aquila. Tre sono state eseguite in celle di persone già detenute.
L’indagine è nata nell’aprile 2008. I pakistani coinvolti sono per lo più originari della provincia di Peshawar.
Dichiarazioni raccolte dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea indicano che i profitti ricavati attraverso il traffico di eroina dall’Afghanistan e dal Pakistan verso l’Italia creato dall’organizzazione servivano a finanziare i terroristi.
Un primo filone di inchiesta della Digos di Frosinone già nel 2007 aveva portato a smantellare una enclave dell’organizzazione a Bologna; nel maggio di tre anni fa, poi, fu arrestato alla frontiera italiana Shafiq ur Rehman Syed, condannato dal gip del tribunale di Napoli a 18 anni di reclusione e ora detenuto, ritenuto uno dei capi dell’organizzazione.
Intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione e pedinamento hanno mostrato che in Italia si è creata una potente organizzazione delinquenziale pakistana con poli anche logistici radicati sul territorio, nel napoletano nell’area di Poggiomarino, a Macerata, Bologna e Roma. L’eroina importata proviene dalla provincia afghana di Nangarhar, dove i talebani controllano il mercato della droga per avere denaro per la causa islamica.
In passato è stata smantellata una organizzazione di spaccio che utilizzava canali commerciali italo-pakistani per importarla sul litorale domitio, tra Napoli e Caserta, ma anche a Bologna e Varese, di cui era fornitrice proprio la cellula di pakistani interessata dalle perquisizioni di oggi. Le intercettazioni hanno mostrato anche stabili contatti tra le comunità pakistane italiana, della Spagna e della Gran Bretagna per favorire l’ingresso di persone dal Pakistan. Nel corso delle perquisizioni, sequestrati 300 richieste di nulla osta per regolarizzazione di lavoratori pakistani, fotocopie di passaporti pakistani, ricevute di versamenti di denaro con postpay per 90mila euro, documenti cartacei in lingua araba e materiale informatico, rubriche telefoniche e agende contabili.
Fonte: Repubblica Napoli