Rosy Bindi commenta la riforma della giustizia sottolineando che il processo breve e la legge sulle intercettazioni: “non sono state ritirate e dunque il canale parallelo delle leggi ad personam non è interrotto”. Il presidente del Pd aggiunge che nessun democratico si sottrarrà al dibattito parlamentare ma presenterà le sue proposte perchè mancano interventi sull’organizzazione, sulle risorse, sulle procedure civili e: “mi chiedo se una riforma costituzionale la possa fare una maggioranza numerica e non politica, con un premier imputato di prostituzione minorile, concussione, corruzione di testimoni, evasione fiscale”.
La Bindi commenta la riforma della Giustizia recentemente approvata dal governo attraverso le pagine de La Stampa e lancia un pesante attacco a Governo e primo ministro. Il presidente dei Democratici teme che l’apertura di Fini sulla giustizia possa essere determinante per l’approvazione parlamentare: “il Terzo Polo rischia o di far vincere Berlusconi o di ostacolare dopo un cambiamento reale del Paese”.
E come se non bastasse, l’esponente dei democratici non tollera l’atteggiamento del ministro della Giustizia, Angelino Alfano che attraverso le varie trasmissioni televisive ha promesso il ritiro della norma sul processo breve: “la cosiddetta disponibilità del Guardasigilli assomiglia tanto ad un prendere o lasciare. La loro non è una riforma della giustizia, ma una riforma costituzionale sulla magistratura, che non porterà ai cittadini alcun vantaggio nel medio periodo”. Mentre il presidente dei senatori del Pd, Finocchiaro afferma che siamo di fronte ad una riforma: “frutto del risentimento personale del premier che porta l’Italia indietro di più di 150 anni”.
Fonte: Politica 24