Non succede solo all’interno delle aziende, ora si spiano i concorrenti anche ad altissimi livelli e dove la sicurezza dovrebbe essere garantita al 100%.
Bloomberg, sito di finanza ed affari, ha dichiarato che gli hacker cinesi spiano i vertici europei. Notizia a dir poco allarmante se teniamo presente l’importanza dei contenuti che trapelano durante gli incontri europei. Gli attacchi proverrebbero dunque dalla Cina e attaccano gli account di posta dei personaggi che compongono i vertici dell’UE, dal presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, a quelli dei principali esponenti del governo e del parlamento. La prova di queste infiltrazioni sarebbero gli elenchi dettagliati di log, le tracce dei collegamenti informatici, forniti da anonimi specialisti dell’intelligence americana.
Sarebbe opportuno l’introduzione di sistemi di bonifica ambientale, usati in numerose aziende del mondo che permettono di rilevare l’eventuale esistenza di microspie e cimici di ogni genere e quindi di neutralizzarle. Lo stesso Consiglio Europeo, che non ha commentato la notizia, ha scritto di recente un rapporto in cui si legge: “la maggior parte delle organizzazioni pubbliche e private sono oggetto di costanti attacchi hacker”.
Come è chiaro, chi ha diffuso la notizia dell’esistenza di queste intercettazioni, fa parte di organizzazioni molto simili a quelle dei cinesi, che tra l’altro ha denunciato che questi avrebbero usato “metodi sviluppati in origine dai governi”. Un attacco sferrato con le loro stesse armi insomma. Le azioni di spionaggio sarebbero cominciate l’otto luglio del 2011 e sarebbero documentate per almeno un decina di giorni, ma potrebbero anche essere continuate nel tempo.
Il Consiglio conserva le informazioni riservate in un sistema separato, non collegato alla rete e da tempo ha elevato i sistemi di sorveglianza dei suoi dati, anche se sembra avere ben presente che in questo ambito la sicurezza assoluta non è facilmente raggiungibile e soprattutto è necessario affidarsi ad aziende esperte.