Nuovo software per le intercettazioni della Procura, un software di cui la stessa Procura è proprietaria e gestore, evitando così di subappaltare a ditte esterne. Un notevole risparmio economico con una maggiore tutela della riservatezza dei dati e delle inchieste, visto che gli unici che vi hanno accesso sono l’autorità giudiziaria e gli investigatori.
Il nuovo “sistema tecnologico proprietario” è attivo dall’otto dicembre scorso con un nuovo Centro intercettazioni comunicazioni elettroniche (Cice) si inserisce, secondo quanto si legge in una nota diffusa da piazzale Clodio, nell’ambito di un’iniziativa che ha visto la Procura “nominata dal ministero della Giustizia polo pilota per la sperimentazione dei sistemi di intercettazione” e attua l’obiettivo “prefissato dal 18 giugno 2002 di assicurare la riservatezza delle operazioni spettanti per legge alla sola autorità giudiziaria, con l’esclusione di apparecchiature di soggetti terzi e dei relativi costi”.
In particolare questa novità, “finanziata dal Ministero della Giustizia ha determinato il risparmio dei costi di noleggio (delle apparecchiature) ammontanti annualmente per la sola Procura di Roma a milione e 825 mila euro; il sensibile aumento della efficienza ed affidabilità sia sotto l’aspetto della qualità e sicurezza dei dati acquisiti, sia sotto quello del supporto all’attività investigativa; l’adeguamento de sistemi di captazione e registrazione dei dati di intercettazione a quanto previsto dall’articolo 96 del decreto legislativo 259 del primo agosto 2003 (codice delle comunicazioni elettroniche) e la possibilità di applicazione dei protocolli Etsi stabiliti a livello internazionale per la ricezione delle comunicazioni elettroniche: la possibilità di estensione a tutti gli uffici giudiziari, per il tramite del Ministero della Giustizia, con conseguente abbattimento della spesa di giustizia relativa alle intercettazioni quantificabile mediamente in 200 milioni di euro annuali, risorse destinabili alla informatizzazione del processo per conseguire l’obbiettivo di un più efficiente e tempestivo servizio giustizia”. Prossima tappa, infatti, dell’ammodernamento e del risparmio della procura capitolina è infatti quello di impegnarsi per l’informatizzazione del processo per poter fornire un miglior servizi ai cittadini e meglio smaltire e gestire le inchieste. Benché il personale sia a ranghi ridotti, infatti, la procura riesce a gestire le 380mila informazioni di reato che gli arrivano mediamente annualmente, difficoltà invece nello smaltire l’arretrato. Con l’informatizzazione sarebbe possibile anche ridurre i tempi medi per le indagini di circa due mesi a pm.
Secondo le previsioni i costi per il nuovo sistema informatico saranno ammortizzati in circa quattro mesi, portando i costi per le intercettazioni a zero, quando in precedenza erano di 108 euro al giorno per utenza. Non saranno quindi più necessari tagli a questo sistema investigativo, si sottolinea in ambiti giudiziari, e saranno garantiti rigore, trasparenza e controllo. Anche i server infatti sono sotto il controllo dell’autorità giudiziaria e custoditi dagli investigatori. L’applicativo è a disposizione del ministero che potrà usarlo in altre procure.
Fonte: Repubblica