Una famiglia di Parma viene accusata di violenze contro la figlia adolescente, la quale le viene sottratta ed affidata ad un istituto. Sembra una delle tante storie di violenza domestica, ma così non è. È un errore, o forse qualcosa di architettato, che incastra una famiglia innocente, rendendo la sua vita, per più di un anno, un incubo. Dopo una lunghissima serie di intercettazioni ambientali, ben 7000, ed innumerevoli conversazioni registrate per provare la colpevolezza, si scopre in realtà che la famiglia X (per non rivelarne il nome) è una famiglia normalissima, senza nessun problema.
Forte della sua innocenza e della sua esperienza, padre, madre e figlia, ora universitaria, hanno raccontato la loro storia a Repubblica, partendo dall’inizio, da quando la loro figlia frequentava le medie e vide suo padre essere accusato di aver mandato messaggi a sfondo sessuale ad una sua compagna di classe. Accuse smentite dai controlli dei tabulati telefonici.
Sembrava tutto archiviato, ma così non è stato. La vicenda riprende alle superiori, quando la stessa famiglia che li aveva accusati alle medie si rivolge ad insegnanti e preside per nuovi messaggi e telefonate hot. Per la figlia della famiglia X scattano le visite dallo psicologo scolastico, mentre i genitori sono all’oscuro di tutto fino a quando un giorno la ragazza non viene loro sottratta e portata in un istituto.
Indagini superficiali? Forse, ma non troppo, visto che nella loro casa sono anche state installate di nascosto delle cimici spia. Una salvezza, in questo caso, perché proprio grazie alle microspie è stato possibile dimostrare come la famiglia X sia una famiglia perfettamente normale, con un padre ed una madre premurosi ed attenti e che si sono visti sottrarre ingiustamente la propria figlia per un anno.
Come hanno rivelato a Repubblica, non sono contro i servizi sociali e la scuola, che in molti casi svolgono un ruolo fondamentale nel far venir fuori casi di maltrattamenti su minori tra le mura domestiche, ma chiedono giustizia per sé e per tutte le altre famiglie che si ritrovano nella stessa situazione. Non poche in Italia.
E, se da un lato la politica continua a chiedersi quale sia il valore delle intercettazioni e in che misura debbano essere utilizzate, dall’altro, invece, ci sono famiglie che, non avendo nulla da nascondere, non temono di essere controllate e spiate ma, anzi, hanno trovato nelle intercettazioni la loro salvezza.
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