Testimoni, tracce, intercettazioni ma non solo. I social network risultano sempre piu’ utili ai fini delle indagini, che si tratti di scoprire una frode, un furto d’identita’ fino a riuscire a individuare il responsabile di un omicidio. Frasi lasciate su una bacheca virtuale, come nel caso dell’amica di Yara Gambirasio, che possono diventare in ogni caso un elemento da non trascurare. Indagini che ormai non possono non tenere conto dei nuovo mezzi di comunicazione. Profili Facebook che vengono passati al setaccio e che come nel caso dell’omicidio di Anna Costanzo possono portare all’assassino. Tra gli indizi, infatti, che hanno incastrato il suo aggressore, arrestato con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio della ‘truccatrice degli artisti’, anche i collegamenti a internet attivati dalla linea telefonica dell’abitazione della vittima la notte dell’omicidio e il doppio accesso a facebook effettuato sia con l’account della donna che con il suo ai rispettivi profili. “Il raggio di azione delle indagini si e’ ampliato – spiega all’ADNKRONOS Salvo La Barbera dirigente del compartimento Polizia comunicazioni per la Lombardia, che si sta occupando anche del caso Yara – Social network, blog, forum e chat possono, infatti, contenere elementi utili perche’ pur nella loro diversita’ hanno in comune al loro interno una grande quantita’ di informazioni personali che possono essere oggetto, dopo la richiesta dell’autorita’ giudiziaria, di accertamenti. Data la complessita’ dei mezzi con cui sempre piu’ spesso si interagisce e l’eta’ in cui ci si avvicina, la polizia – ha sottolineato La Barbera – e’ impegnata nel diffondere un uso corretto della rete, puntando sulla prevenzione. Proprio per questo sono stati avviati programmi partendo dai minori”.
Fonte: ADN Kronos