Sembra quasi di essere in un film trash degli anni ’80 ed invece è un fatto risalente al 19 giugno 2012: un impiegato 46enne di Mele, in provincia di Genova, è stato denunciato per aver installato due microcamere spia per guardare le donne in bagno in un centro cinofilo di Rivoli (Torino), in cui faceva l’addestratore. Ma, come si dice, “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”. Non sono, infatti, nemmeno serviti strumenti per la bonifica ambientale per scoprire i dispositivi nascosti.
Questi, infatti, non erano stati installati perfettamente e si stavano staccando dalla sede in cui erano stati collocati. È stato facile, pertanto, per le potenziali vittime e donne delle pulizie, notare quegli strani fili che hanno destato in loro sospetti, spingendole a segnalare la situazione ai carabinieri.
L’uomo, che si era accorto della fragilità del sistema che aveva messo in piedi, si è intrufolato nella toilette ed ha cercato di rimuovere gli apparecchi con un coltello a serramanico, ma è stato beccato in flagrante dagli addetti alle pulizie, che hanno chiamato immediatamente i carabinieri, i quali hanno dovuto proteggere l’uomo dal linciaggio da parte delle donne del centro e dei loro mariti, che si sono scagliati ferocemente contro di lui.
Al momento della cattura l’uomo aveva con sé due coltelli ed è stato, perciò, denunciato, anche per porto di oggetti atti ad offendere, oltre che per detenzione di materiale pedopornografico, rinvenuto nella sua abitazione, perquisita dopo l’accaduto.
Sono 23, finora, le vittime che hanno sporto denuncia contro l’uomo, ma il numero è sicuramente destinato a salire, visto che il giorno in cui sono state installate le telecamere, presso il centro era in atto una gare che vedeva la partecipazione di circa 400 persone.
Dunque, se quella di spiare è quasi un’arte, l’impiegato genovese di certo non è un artista!