Sony ha reclutato degli specialisti per rintracciare gli hacker che hanno rubato i dati personali di oltre 100 milioni di utenti sui server di PlayStation Network e Sony Online Entertainment
Gli attacchi condotti contro i server dedicati da Sony al gioco online, PlayStation Network e Sony Online Entertainment, hanno colpito più di 100 milioni di utenti.
Secondo le ultime notizie sembra che il colosso giapponese abbia ingaggiato alcuni investigatori privati per rintracciare l’hacker che ha messo a segno la sortita non autorizzata nei server.
Sony avrebbe reclutato un ex agente speciale della US Naval Investigative Service per lavorare a fianco degli esperti di sicurezza di Guidance Software. L’FBI, inoltre, ha avviato una indagine separata.
Al momento pare però che gli investigatori non siano per niente vicini ad identificare i colpevoli dell’attacco. Secondo però quanto riferisce il Wall Street Journal sembrerebbe che il server da dove sono partiti gli attacchi sia posizionato in Malesia. Non c’è ancora chiarezza se le incursioni siano effettivamente partite dal paese asiatico, oppure se questo server sia stato utilizzato solo come “tramite”.
La crisi di Sony è sprofondata martedì dopo che la società ha ammesso che nomi, indirizzi email, numeri di telefono di 25 milioni di utenti di Sony Online Entertainment (SOE) sono stati rubati durante un altro attacco.
Sony è chiamata a placare i crescenti timori per la sicurezza dei suoi utenti dopo aver declinato anche la possibilità di chiarimento al Congresso degli Stati Uniti. Una portavoce della società ha ammesso che un “database obsoleto” del 2007, con dettagli personali di 23.400 persone al di fuori degli Stati Uniti, è stato violato il 16 e 17 aprile, due giorni prima dunque dell’attacco a PlayStation Network. Uno studio legale canadese ha inoltre lanciato una class action da 1 miliardo di dollari contro Sony per violazione della privacy.
La società ha ammesso di non aver mai saputo quando né da dove sarebbe arrivato il prossimo attacco. “Loro sono hacker. Non sappiamo dove porteranno il prossimo attacco”, ha detto una portavoce di Sony. Un altro portavoce di Sony ha detto che non ci sono prove che i dati personali rubati siano stati già utilizzati a scopo di lucro. Tuttavia, alcune persone hanno contattato alcuni giornali inglesi affermando di aver visto attività insolite sul loro conto.
Il senatore del Connecticut Richard Blumenthal ha scritto a Sony, chiedendo quanti conti di carte di credito sono stati compromessi durante l’attacco. Blumenthal ha detto che porterà avanti un’indagine per chiarire se esistano gli estremi per cause civili o penali.
Fonte: Bit City