Dopo le microspie a casa di Umberto Bossi, caso denunciato dallo stesso ministro alle Riforme, il collega di governo Gianfranco Rotondi, all’Attuazione del programma, ieri ha denunciato di aver subìto una effrazione nella sua abitazione. L’episodio è stato spiegato con una nota dell’ufficio stampa del ministro: «Digos e Scientifica hanno provveduto ad aprire l’abitazione romana del ministro». Venerdì «era stato impossibile perché ignoti avevano reso la serratura impraticabile»: «Sembrava uno scherzo e invece davanti agli uomini della forza pubblica si è presentata una casa messa totalmente a soqquadro. Gli ignoti», ricostruisce la nota, «sono entrati senza forzare la porta, anzi provvedendo poi a neutralizzare la serratura. Il ministro non ha presenziato all’apertura, rientrerà con la moglie per l’inventario».
«Ci siamo affidati alla questura e alle forze dell’ordine, è giusto che siano loro a condurre le indagini perché evidentemente si tratta di una situazione particolare», dice il ministro Rotondi: «È già capitato, si sa che non sono ricco e non c`è molto da rubare, ma nonostante questo le mie abitazioni sono periodicamente oggetto di visite ed esplorazioni. In questo», recita ilcomunicato, «ci sono ingenti danni perché gli ignoti hanno rovistato l’appartamento rompendo mobili alla ricerca di possibili doppi fondi. Tra le curiosità, sono stati smontati tutti i telefoni della casa e gli impianti di condizionamento». Dall’inventario è emerso poi che è stato rubato il personal computer dello stesso ministro: «Poverini», ha commentato Rotondi, «ci troveranno i video delle Winks, lo usavano le mie figlie». Solidarietà al ministro è arrivata da molti esponenti del governo e della maggioranza, che chiedono di «fare luce» sull’episodio, giudicato «inquietante». «È assolutamente necessario capire che cosa quello che è accaduto significhi», ha affermato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. Daniela Santanchè, sottosegretario all’Attuazione del programma, accusa: «Le modalità fanno pensare un atto rivolto al nemico politico: in questo clima di odio infatti, non ci sono più avversari ma nemici da combattere».
Intanto nella settimana che si apre sono attesi sviluppi sull’inchiesta della magistratura romana avviata sulle cimici che il leader leghista Bossi ha dichiarato essere state scoperte nel suo ufficio, al ministero delle Riforme, e nella sua abitazione capitolina. Tra i primi ad essere ascoltati, nei prossimi giorni, ci sarà Nicoletta Maggi, la segretaria di Bossi.
Fonte: Brescia Oggi