Realo o virtuale? Questo è il problema anche sul tema dei reati che si consumano online. Difficile arginare la diffusione di informazioni che circolano sul web e, ancora più difficile, venire a conoscenza del contenuto delle stesse. In molte aziende o ambienti privati sono utilizzati strumenti di controllo a distanza per pc che, attraverso un costante monitoraggio, consentono di evitare la fuoriuscita di informazioni importanti e di tenere sotto controllo dipendenti, figli in un periodo “particolare”o ancora partner poco affidabili.
Nonostante le forze dell’ordine utilizzino molto spesso questo tipo di strumenti, i tempi richiesti per intercettare traffici illegali estesi su tutto il web sono sicuramente più ampi, ma non per questo l’impresa è impossibile. Lo dimostra l’arresto di uno spacciatore «virtuale», Paul Leslie Howard, cittadino australiano, accusato di aver venduto droga attraverso Silk Road, un vero e proprio business online delle droghe.
Il sito rientra in quella parte di web nascosto, definito “deep web”, e vende praticamente tutto dalle droghe alle armi, ai farmaci illegali, per finire agli esseri umani. Per accedere al sito è necessario un Tor, cioè un sistema di comunicazione anonima per Internet che “protegge” gli utenti dall’analisi del traffico attraverso una rete di onion router, e i pagamenti avvengono tramite bitcoin, moneta virtuale con cui si aggirano controlli e tracciamenti.
Si stima che la vendita attraverso il sito frutti circa 2 milioni di dollari al mese. Questo ha messo in allerta la polizia australiana che ha assistito alle compravendite di Howard in ben 11 occasioni. Ecstasy, cocaina, armi e altri arnesi necessari per il suo lavoro, quello dello spacciatore. Howard, ammessa la pena, rischia fino a 25 anni di carcere. Prima di lui, otto americani sono finiti in manette per vendite illecite online. Le forze dell’ordine australiane hanno giurato guerra a chi esercita questo tipo di traffici online.
Il numero di venditori sul sito cresce in maniera esponenziale. La sostanza più venduta è la marijuana, seguita da altre droghe, farmaci con prescrizione, cocaina, eroina e anfetamine. Per quanto riguarda la nazionalità dei rivenditori, quasi la metà proviene dagli Stati Uniti, seguono gli inglesi, poi gli olandesi e i canadesi. Gli italiani sono l’1.02% del totale.