Cade il comune di Desio, nel cuore della Brianza. Cade per mafia. È la prima volta in Lombardia. Nel luglio di quest’anno l’operazione “Infinito” della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Milano, conclusasi con 300 arresti in tutta Italia, di cui 50 nella sola Brianza, aveva messo in luce le commistioni tra ‘ndrangheta e influenti personaggi della politica brianzola.
Venerdì, a quattro mesi di distanza dall’inchiesta, la maggioranza dei consiglieri comunali ha rassegnato le dimissioni determinando di fatto la fine della giunta di centrodestra, guidata da Gianpiero Marani. Il prefetto, Gian Valerio Lombardi, a quel punto non ha potuto fare altro che proporre al Ministero dell’Interno lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale, nominando come commissario per la provvisoria amministrazione dell’ente il vice prefetto Maria Carmela Nuzzi.
Insieme agli 11 consiglieri dell’opposizione si sono presentati in Municipio anche i 6 consiglieri di maggioranza della Lega Nord. <> hanno dichiarato i membri del Carroccio. <> aggiunge Ettore Motta, l’ormai ex vicesindaco.
A determinare la crisi era stato il coinvolgimento nell’inchiesta, tra gli altri, di politici come il presidente del consiglio comunale Nicola Mazzacuva, il consigliere Natale Marrone (i cui cugini, Ignazio e Natale Marrone, erano finiti in manette nel blitz di luglio) e l’ex assessore provinciale Rosario Perri, tutti esponenti del Pdl.
A scatenare le polemiche, in particolare, era stata la pubblicazione di alcune intercettazioni, come quelle in cui Natale Marrone (all’epoca dei fatti coordinatore del Pdl, dimessosi poi da quest’incarico, ma non dal Consiglio) chiedeva al boss Candeloro Pio un’azione intimidatoria nei confronti di Rosario Perri (per anni dirigente dell’Ufficio tecnico comunale). Perri viene inoltre definito <> e in un’altra intercettazione lo si sente raccontare al figlio di 500mila euro nascosti in casa e di un conto cifrato aperto a Lugano, in Svizzera. In una conversazione tra due affiliati della malavita locale spunta poi il nome di Mazzacuva, che lo stesso Pio avrebbe provato ad avvicinare. Ad ogni modo, né Perri, né Marrone, né Mazzacuva risultano, ad oggi, indagati.
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