“Come comportarsi di fronte a quelle tecnologie che sfruttano sistemi crittografici per proteggere i propri contenuti, consentendo agli utenti di spedire messaggi wireless senza che questi possano essere monitorati, come nel caso dei diffusissimi BlackBerry dell’azienda canadese Rim? È quanto ha chiesto il deputato del Pdl Rocco Girlanda in un’interrogazione ai Ministri dell’Interno, della Giustizia e dello Sviluppo Economico.
“In un momento in cui la gestione ed il monitoraggio del flusso delle comunicazioni sta assumendo una centralità sempre maggiore sia in ambito nazionale, come nel caso del ddl intercettazioni, sia in ambito mondiale, come dimostrato dal clamore suscitato dalla diffusione dei files secretati da parte di Wikileaks, bisogna interrogarsi sui diversi aspetti e servizi offerti dalle moderne tecnologie.
Gli smartphone Blackberry, ad esempio, si avvalgono di una tecnologia unica nel suo genere che, appoggiandosi a server esterni ai Paesi in cui tali prodotti sono commercializzati, determina l’esportazione al di fuori dei singoli confini nazionali dei dati scambiati tra utenti con la stessa tecnologia. Questo stato di cose ha provocato le proteste e il successivo blocco da parte di governi di Paesi come gli Emirati Arabi, l’Egitto, l’Arabia Saudita, l’Indonesia e l’India dei servizi dell’azienda canadese Research in Motion, che ha poi accettato di installare dei server proxy in quelle nazioni, al fine di consentire il monitoraggio delle comunicazioni da parte delle agenzie di sicurezza, secondo le disposizioni normative nazionali, fornendole delle necessarie chiavi crittografiche per accedere al traffico dati.
Nella stessa direzione si stanno muovendo gli Stati Uniti sin dall’approvazione del Patriot Act a seguito degli eventi dell’11 settembre 2001, tanto da procedere attualmente al perfezionamento di una proposta di legge che obblighi i servizi online – da facebook ai software peer-to-peer, alle mail criptate inviabili attraverso Balckberry – a consegnare al governo le intercettazioni che possono essere necessarie per la lotta al crimine ed al terrorismo. Non possiamo ignorare peraltro – continua Girlanda – che le stesse forze dell’ordine italiane hanno già da qualche tempo sottolineato i rischi connessi alle nuove possibilità comunicative offerte dalla tecnologia a criminali e terroristi, come già ampiamente riportato dalla stampa quotidiana e periodica del settore negli ultimi mesi. A questo proposito ho interrogato i Ministri Maroni, Alfano e Romani per saper se intendono procedere nei confronti dell’azienda Rim, sulla scorta dell’esempio degli altri Paesi, per consentire l’accesso ai dati trasmessi attraverso queste tecnologie, in caso di comunicazioni pericolose ai fini della sicurezza nazionale. Nello stesso tempo – conclude Girlanda – questo aspetto del problema deve essere tenuto presente in ambito nazionale ed europeo nell’analisi che porterà alla definitiva elaborazione normativa relativa alle modalità di uso e intercettazione delle comunicazioni””. E’ quanto si legge in una nota dello stesso deputato del Pdl.
Fonte: Agenzia Parlamentare