Lo spionaggio ha una lunga tradizione che affonda le radici nella notte dei tempi. Vi siete mai chiesti come si è potuti giungere alle moderne tecniche di intercettazione adottate dai governi più influenti del mondo? Bene. In questo articolo cercheremo di scoprirlo, seguendo una brevissima carrellata storica sullo spionaggio.
Si ritiene che le prime spie organizzate della storia siano stati i Sumeri, i quali, nel 4000 a.C., erano già in possesso di un sistema di spionaggio efficiente, costituito da una forza di polizia speciale impiegata nel carpire informazioni importanti atte a soggiogare i propri nemici. Gli antichi Egizi poterono invece contare su un corpo di spie molto abile nello scongiurare o favorire la vittoria sulle popolazioni nemiche, soprattutto gli Ittiti, acerrimi antagonisti di sempre. D’altro canto un altro popolo limitrofo, gli Assiri, pote’ tenere testa agli Egizi grazie all’infiltrazione di agenti costantemente aggiornati sulle mosse avversarie.
Successivamente, altre civiltà hanno continuato a perfezionare i metodi per poter sottrarre segreti militari. Primi fra tutti i Greci, che inventarono l’espediente della scrittura a ridosso della nuca di uno schiavo per avvertire le truppe coinvolte nella guerra contro i Persiani. In tale circostanza fu sufficiente far recapitare il messaggio a capelli cresciuti per riuscire nell’intento. A ben vedere si trattava del primo tentativo di utilizzo di un codice segreto. Sempre i Greci, nella seconda guerra persiana, riuscirono a evitare un nuovo piano di invasione persiano sempre grazie a uno schiavo che sotto la patina cerata di una tavoletta di legno recava celato un messaggio di allerta per Sparta.
In epoca romana, lo spionaggio raggiunse livelli ancora più sofisticati, assicurando numerosi successi in battaglia. La famosa vittoria di Maleventum (l’attuale Benevento) contro Pirro, o la vittoria su Annibale, nella seconda guerra punica, furono essenzialmente caratterizzati dalla presenza strategica di informatori nelle fila dei popoli alleati con Cartagine. Più tardi Giulio Cesare, durante la guerra di Gallia (58 a.C. – 52 a.C. ), impiegò documenti crittografati che si avvalevano della tecnica della traslitterazione, ovvero di un codice di lettere che si andavano a sostituire ad altre. Spie e osservatori meticolosi, permisero altresì ai Romani di sconfiggere i Sassanidi nel 363 d.C.
In oriente, l’impero bizantino era in possesso di agenti sotto copertura di una tale astuzia da fare invidia ai moderni 007. Furono loro a permettere la congiura contro il tremendo re degli Unni, Attila, nel 449 d.C. e a fomentare la rivolta che permise di avere definitivamente la meglio sugli Unni. Arrivando al medioevo, pare che il grande Federico Barbarossa (1122 – 1190) avesse dei personali informatori all’interno della Lega Veronese e di quella Lombarda. Nel 1260, la sconfitta dei Guelfi di Firenze ad opera dei Ghibellini di Siena, Pisa e Firenze fu invece agevolata da scaltri agenti segreti che indussero Bocca degli Abati al tradimento.
Comunque sia, le prime vere organizzazioni spionistiche della storia nacquero nel XVI secolo, soprattutto in Francia e Gran Bretagna. Il potente Luigi XIV di Francia (1638 – 1715) diede la spinta allo sviluppo di una rete intricata di spie, mentre sotto il regno di Napoleone I (1769 – 1821) si potè contare sull’aiuto della cosiddetta Sûreté, un servizio di polizia speciale costituito da ex-condannati, con il compito di infiltrarsi nella malavita.
Sapete chi è il papà delle moderne reti di spionaggio? È il tedesco Wilhelm Stieber (1818 – 1882), che organizzò reti di agenti di ambo i sessi, dislocati in diverse parti del mondo e gerarchicamente comandati da un organo centrale di controllo. Sulla scia di questi organismi nacquero infine l’Intelligence Service in Gran Bretagna, la CIA in America, il Deuxième Bureau in Francia, il KGB in Unione Sovietica, e altri organismi di spionaggio in possesso delle più moderne tecnologie elettroniche e informatiche.
Certo, a sentir parlare oggi di videosorveglianza aerea, di robotica di sorveglianza, di microfoni laser e parabolici di sistemi di controllo satellitari , verrebbe un po’ da sorridere. Eppure, è proprio grazie alla volontà e alla perseveranza di questi uomini del passato che si è potuti giungere a una visione di una rete di spionaggio così estesa ed efficiente come tutti la immaginiamo.