Dopo l’accesso abusivo al sistema informatico è arrivata la condanna
Un articolo del Corriere della Sera a firma di Luigi Ferrarella ci racconta la conclusione dell’indagine su Giacomo Amadori di Panorama e l’appuntato della Guardia di Finanza, imputati di accesso abusivo a sistema informatico per aver spiato le dichiarazioni dei redditi di “nemici” politici:
Nel 2008-2009 ne hanno fatto le spese Raimondo Mesiano, il giudice civile che condannò la Fininvest a risarcire 750 milioni alla Cir per il lodo Mondadori, ma anche i politici ed ex pm Antonio Di Pietro e Luigi de Magistris, gli Agnelli-Elkann, il comico Beppe Grillo, il giornalista Marco Travaglio e Patrizia d’Addario, fra i «1.340 accessi abusivi mediante la password» del finanziere «usata non per esigenze d’ufficio». Ora a Brescia il finanziere Fabio Diani ha accettato una pena concordata di 2 anni e il giornalista Giacomo Amadori ha scelto di patteggiare 1 anno (pene sospese) per il reato di accesso abusivo a sistema informatico. All’epoca dell’indagine, migrata da Milano a Brescia proprio perché un giudice milanese era tra le parti lese, la direzione del settimanale aveva replicato: «Non si tratta di killeraggio o dossieraggio, ma Amadori ha fatto solo il suo lavoro usando dati utilizzabili e non coperti da privacy». La scelta di patteggiare pare segnalare una realtà differente. L’inchiesta del pm Elio Ramondini intercettò anche le mail del finanziere per l’invio dei dati al giornalista, le quali in un caso avevano inguaiato un’altra collega della Mondadori: le indagini hanno però compreso che era stata usata solo come ignara cassetta della posta, e quindi è stata archiviata.
E’ la fine dell’ennesima vicenda disonorevole, che però domani nessuno ricorderà.
Fonte: Giornalettismo