Dopo la sospensione di tre dirigenti della Renault per spionaggio industriale, adesso la casa francese presenta denuncia contro ignoti.
UNA BANDA DI SPIE – Seconda puntata della spy story francese. Ieri, la Renault ha presentato al procuratore della Repubblica di Parigi, Jean-Claude Marin, una denuncia contro ignoti per diversi reati: spionaggio industriale, corruzione, appropriazione indebita, furto e ricettazione commessi da una banda organizzata. La denuncia fa seguito alle indiscrezioni di cui vi abbiamo parlato qui: il 3 gennaio, tre dirigenti Renault sono stati sospesi per spionaggio.
MINACCIA ALL’IMPRESA – È la stessa Renault a spiegare che lo spionaggio messo in atto da ignoti “minaccia l’impresa, in particolare i suoi asset strategici, tecnologici e intellettuali”. Il procuratore della Repubblica di Parigi ha precisato che la denuncia parla di una fornitura di elementi sui “segreti economici francesi a società private di una potenza straniera”. Secondo indiscrezioni, le informazioni confidenziali fornite alla concorrenza da parte di tre manager Renault riguarderebbero i prototipi delle auto elettriche. Un settore strategico, in cui la casa francese e la sua alleata giapponese Nissan hanno già investito quattro miliardi di euro. Comunque, il direttore finanziario della Renault, Patrick Pelata (nella foto), ha detto che la tecnologia chiave per veicoli elettrici della società è al sicuro.
LA CINA È… LONTANA? – Intanto, il ministro dell’Industria francese, Eric Besson, smentisce le voci di un’eventuale partecipazione cinese nel caso di spionaggio industriale che sta interessando la Renault. Lo scandalo ha minacciato di danneggiare le relazioni tra Francia e Cina, dopo che, secondo indiscrezioni, i servizi segreti ipotizzavano un coinvolgimento cinese.
Fonte: Al Volante