Una qurela per diffamazione nei confronti del quotidiano “La Stampa” e una seconda in arrivo diretta contro “La Repubblica”: a presentarla stamattina alla procura di Roma è stato Francesco Storace. L’ex ministro della Salute continua a sostenere la sua estraneità al caso di spionaggio politico nei confronti di concorrenti politici delle elezioni regionali 2005, Alessandra Musslini e Piero Marrazzo.
Ma dagli interrogatori cominciano ad emergere i particolari del meccanismo investigativo: non solo pedinamenti e intercettazioni telefoniche per scoprire risovolti della vita privata di politici che avrebbero potuto rovinarne la reputazione. Per incastrare marrazzo, riporta il Corriere della Sera, gli investigatoeri del cosidetto lazio-gate avrebbero passato al setaccio i suoi conti bancari. Avrebbero poi cercato invano di costruire un dossier per dimostrare che il suo comitato elettorale usava indebitamente le auto blu del comune di Roma. Fino ad arrivare all’ideazione di un complotto a luci rosse per rovinare la reputazione del giornalista di “Mi manda rai 3”, candidato del centro sinistra contro Storace.
Intanto proseguono gli interrogatori. a parlare ai procuratori aggiunti di Roma Italo Ormanni e Achille Toro e al pm Francesco Ciardi, sono stati ieri due uomini dell’entourage di Storace responsabili rispettivamente della campagna elettorale e dell’ufficio stampa: Lorenzo pasini e Andrea Straziota. di particolare importanza però le dichiarazioni di un terzo testimone, Fausto Serse Pennazzo impiegato della Regione Lazio che il 29 marzo 2005 avrebbe agevolato l’ingresso negli uffici, all’investigatore privato Pierpaolo pPasqua. Resta in carcere quest’ultimo così come Gaspare Gallo, i due 007 arrestati che pagavano i propri informatori nella finanza, in polizia e nella Telecom, per ottenere notizie su soggetti chiamati con i nomi in codice qui e quo.
Dai loro interrogatori è emerso il nome, centrale nell’inchiesta, dell’ex responsabile della campagna elettorale di Storace, Niccolò Accame. su questa figura, che dichaira di esser stato a conoscenza dello spionaggio, ma che afferma di non averlo commissionato, si concentrano le indagini degli inquirenti. Ma il caso rischia di coinvolgee altri nomi. A ventilare l’ipotesi lo 007 Gaspare Gallo, che durante 5 ore di interrogatorio a Regina Coeli avrebbe parlato di altri personaggi con cariche istituzionali, spiati dalla sua agenzia investigativa… dossier illeggittimi di cui si ignorano ancora mandanti e vittime.
Per ora è fermo il bilancio degli arresti per il caso di spionaggio politico che ha avuto vittime i concorrenti di Francesco Storace alle scorse elezioni regionali: 16 le persone finite in manette: 11 investigatori privati, 2 finanzieri, 2 dipendenti Telecom e 1 poliziotto. Le accuse vanno da associazione a delinquere, corruzione, rivelazione di segreti d?ufficio a violazione dei sistemi informativi e della privacy. E forse Marrazzo e la Mussolini non sono gli unici politici spiati, questo è quanto avrebbe dichiarato Gaspare Gallo durante l’interrogatorio.
Fonte: www.corriereromano.it