Il portavoce del governo cinese respinge duramente le accuse di un possibile coinvolgimento del Paese nella spy-story della casa automobilistica francese. La Francia si difende “Non accusiamo nessuno, c’è un’indagine in corso”
La Cina non ci sta e respinge duramente le accuse riguardanti il caso di spionaggio all’interno del gruppo Renault. Dopo la sospensione per spionaggio industriale di tre top manager del casa automobilistica francese (per il 15% di proprietà statale), il governo aveva dato disposizione affinché i servizi segreti francesi cercassero un possibile collegamento con la Cina, Paese nel quale sarebbero andati a finire dati importanti del programma per un veicolo elettrico, fondamentale nella strategia della società che vi sta investendo, assieme al partner giapponese Nissan, miliardi di euro.
“Pensiamo che dire che dietro a questo caso c’è la Cina sia totalmente privo di fondamento e irresponsabile”, ha risposto duramente il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hong Lei, nel corso di un briefing per la stampa ripreso dall’agenzia Reuters. “La Cina – continua Hong Lei – non può accettarlo”.
Intanto dalla Francia provano ad allentare la tensione. Il portavoce del governo francese Francois Baroin ha sottolineato come la Francia non accusi il coinvolgimento di nessun Paese. “Non ci sono accuse ufficiali della Francia e del governo francese verso alcun Paese oggi. C’è un’indagine in corso”, ha detto Baroin alla radio Europe 1, aggiungendo che “Renault, come altri, è vittima di una guerra di intelligence economica”. L’agenzia Reuters sottolinea come le relazioni tra Francia e Cina hanno “toccato il punto più basso” due anni fa quando il presidente Nicolas Sarkozy criticò la politica di Pechino sul Tibet. Ma una visita a Parigi del presidente cinese Hu Jintao alla fine dell’anno scorso ha contribuito a migliorare i rapporti.
Fonte: Business People