La questione intercettazioni fa sempre parlare di sé, tra i vertici del potere e tra la gente comune, facendo emergere sempre opinioni controverse. Da tema considerato cavallo di battaglia del centrodestra, da qualche giorno è finito anche sotto la lente dei tecnici del Governo Monti. Il tema era già stato affrontato dal ministro della Giustizia Paola Severino a fine aprile, durante il Festival del Giornalismo di Perugia.
“L’idea è quella di assegnare al magistrato il compito di filtrare le notizie – ha spiegato – anche in quelle fasi nelle quali il provvedimento viene consegnato alle parti in modo da escludere quelle che non sono rilevanti e che attengono esclusivamente alla sfera personale”. E ha aggiunto: “Non è utile al provvedimento del giudice inserire degli elementi che non sono riconducibili alle indagini e che sono di interesse esclusivamente personale”.
Quello che il ministro propone è, dunque, un filtro durante le indagini, per regolare la pubblicazione delle intercettazioni, a tutela della vita privata dell’imputato, e controlli sulla rete, in particolare sui blog, che rischiano di diventare la terra di nessuno, in cui, secondo lei, è facile che la libertà di espressione si trasformi in abuso. “È necessario regolamentare i blog. Il cittadino ha il diritto di interloquire con un altro cittadino, ma lo deve fare anche lui seguendo le regole – ha dichiarato la Severino – credo che questo sia un dovere di tutti, anche di chi scrive su un blog. Il fatto di scrivere su un blog non ti autorizza a scrivere qualunque cosa, soprattutto se stai trattando di diritti di altri”.
Per tutta risposta, non si è fatta attendere l’opinione di Marco Travaglio a riguardo, che ha considerato quanto affermato dal ministro una follia e una sciocchezza. “Una follia perché, una volta notificati gli atti (si spera completi) agli avvocati, questi non hanno alcun dovere di mantenere il segreto, nemmeno sulle notizie non penalmente rilevanti, anzi hanno spesso l’interesse a farle trapelare. Una sciocchezza perché ciò che non è rilevante per il pm o per il gip può esserlo, e molto, per il giornalista e per i lettori, cioè per i cittadini elettori. Al magistrato interessano i reati, al cittadino (e dunque al cronista che ha il dovere di informarlo) anche le questioni etiche, deontologiche, politiche e persino personali, se si parla di un personaggio pubblico che magari predica bene e razzola male”.
La Severino prima, e il ministro Giarda solo pochi giorni fa, nella sua spending review considera, inoltre, quella della intercettazioni, come una spesa da tagliare, in quanto le spese per le attrezzature, anche a noleggio, costerebbero troppo alle casse dello Stato.
Forse, però, i tecnici non hanno tenuto conto della diffusione sul mercato, di apparecchiature sempre più sofisticate, dai costi relativamente ridotti. Si possono trovare facilmente, infatti, diversi tipi di microspie economiche, come la nuova microspia video 3G, che permette non solo l’ascolto, ma anche la visione, a distanza illimitata, di ciò che sta accadendo nel luogo in cui viene nascosta.
Sarebbe, quindi, più opportuno, che si concentrino i tagli su altri capitoli della Giustizia e, soprattutto, della politica italiana.