Sono stati condannati a due anni e mezzo i due romeni, un venditore ambulante e la sua compagna, autori di un tentativo di estorsione ai danni di un sacerdote che vive nella Bassa e che si è rifiutato di pagare 70 mila euro per evitare la diffusione di fotografie compromettenti. Per la ragazza, che ha meno di 21 anni, la pena è stata sospesa.
Il religioso, appena si era reso conto di essere caduto in un tranello, aveva sporto denuncia e i carabinieri avevano arrestato nello scorso ottobre un ventisettenne romeno con l’accusa di tentata estorsione. Il giovane, N. C. V., venditore ambulante, era stato bloccato a Sirtori (Lecco) in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Bergamo: in casa aveva un filmato e alcune fotografie (estratte dalla stessa registrazione) che ritraevano il sacerdote in compagnia della ragazza.
Le indagini avevano avuto inizio a fine giugno 2010, quando il prete si era rivolto ai carabinieri per denunciare che pochi giorni prima il romeno si era presentato da lui mostrando alcune foto che lo ritraevano in un momento di intimità con una donna incontrata dal religioso nelle settimane precedenti: gli aveva chiesto 70.000 euro, di cui 20.000 entro due giorni, per evitare la diffusione delle immagini.
Per rendere le sue minacce più realistiche, secondo quanto reso noto dai carabinieri della compagnia di Treviglio, il presunto ricattatore aveva detto al sacerdote di avere già un acquirente disposto a comprare le foto e che in caso di mancato pagamento avrebbe distribuito copie delle immagini anche ai fedeli all’uscita dalla Messa.
Il religioso aveva spiegato ai militari di aver conosciuto un anno e mezzo fa il romeno e la ragazza, che si erano presentati come marito e moglie: i due avevano chiesto aiuto al prete, raccontando di essere in una situazione di estrema povertà, ed erano stati ospitati nella canonica per alcuni giorni.
Poi erano rientrati in Romania, ma la ragazza era rimasta in contatto telefonico col prete, raccontandogli di essere sempre in gravi difficoltà economiche. Il sacerdote le aveva inviato alcuni piccoli sostegni economici e, successivamente, si era anche recato in Romania per verificare il suo effettivo stato di bisogno.
Ritornato in Italia, il religioso si era adoperato per inviare alla giovane altre offerte, indumenti e beni di prima necessità, poi i contatti si erano interrotti. All’inizio di giugno la donna aveva contattato nuovamente il prete, dicendogli che era in difficoltà e si trovava in un albergo di Bergamo.
Il sacerdote l’aveva raggiunta, le aveva pagato il conto dell’albergo e una cena, quindi l’aveva accompagnata in un secondo albergo, nella Bassa: lì la ragazza era riuscita a circuirlo e, dopo averlo fatto salire in camera, aveva trascorso con lui alcuni momenti di intimità.
Tutto era stato ripreso da una telecamera nascosta, che la ragazza aveva posizionato nella sua borsetta appoggiata su un mobile della stanza. La giovane aveva poi consegnato il filmato al presunto complice che si era così presentato dal prete per ricattarlo.
Fonte: Eco di Bergamo