In Tunisia Ben Ali destituisce il governo e convoca le elezioni anticipate ma il popolo continua a lottare, stanco e stremato di uno Stato corrotto che ha portato il Paese alla depressione. Anche gli hacker aiutano “il popolo tunisino nella sua lotta contro l’oppressione”.
In Tunisia le proteste non cessano neanche dopo l’inaspettato annuncio del presidente Ben Ali, che ha destituito tutto il governo e indetto le elezioni anticipate. La speranza del presidente Ben Ali è quella di ristabilire l’ordine, ma il popolo tunisino sembra essere troppo arrabbiato, tanto che anche oggi ci sono stati nuovi scontri e una parte dei manifestanti ha cercati di assalire il Ministero dell’Interno. Ormai i morti non si contano più, anche perché non vi sono cifre ufficiali. Secondo alcune fonti ospedaliere solo ieri si sono registrate 13 vittime, a cui devono aggiungersi quelle dei giorni scorsi. L’Intifada del pane, infatti, è iniziata ormai da quasi un mese, da quando cioè un giovane di 26 anni, Mohamed Bouaziz, si è dato fuoco dopo che la polizia gli ha sequestrato il chiosco di frutta e verdura con cui sosteneva l’intera famiglia. Il ragazzo è poi deceduto in ospedale lo scorso 4 gennaio. Quel fuoco ha acceso la miccia della rivolta, di un popolo da anni succube di un governo corrotto che ha portato il Paese alla depressione. E’ stato l’ennesimo aumento del pane a generare le proteste, che il governo cerca di sedare spesso con la violenza. Le manifestazioni sul territorio della Tunisia sono state spesso coordinate attraverso la rete, via blog, Facebook e Twitter. Anche gli hacker occidentali sono venuti in aiuto del popolo tunisino, che lotta per una vita migliore e per uno Stato che tuteli i diritti, come gli hacker di Anonymous che pare siano riusciti per un certo periodo di tempo a “mettere fuori servizio il sito del governo, i siti dei ministeri, il sito della Banca Zotouna di proprietà del genero di Ben Ali, Sakhr Materi”, come riporta anche il Sole 24 ore. Sui siti governativi hackerati questo eloquente messaggio “Voi avete unilateralmente dichiarato la guerra alla libertà di espressione, alla democrazia e al vostro popolo. Anonymous aiuta il popolo tunisino nella sua lotta contro l’oppressione”.
Fonte: Mainfatti