Due arresti oggi a Ventimiglia al termine di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia. Le “inquietanti” intercettazioni telefoniche in cui si progettava un omicidio a scopo “dimostrativo”.
“Progettavano un attentato contro le istituzioni”: Michele e Alessandro Macrì, rispettivamente padre e figlio di origine calabrese, titolari di un bar di Vallecrosia, in provincia di Imperia, sono stati arrestati all’alba al termine di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia. I carabinieri di Imperia sono arrivati ai due al termine di una inchiesta nel corso della quale sarebbero emerse delle “inquietanti” intercettazioni telefoniche in cui si progettava un omicidio a scopo “dimostrativo”.
Nel mirino della coppia erano finiti dei “rappresentanti delle forze dell’ordine”. Il procuratore capo sanremese, Roberto Cavallone, ha spiegato che padre e figlio sono per ora formalmente accusati di detenzione abusiva di un’arma da fuoco: si tratta di una pistola calibro 6,35 con matricola abrasa. “Siamo arrivati a questi due arresti a seguito di un’indagine complessa, partita da una fonte confidenziale e sviluppata dalla Dda di Genova. L’aspetto più preoccupante è che i due personaggi si erano procurati un’arma con l’esplicito intento di colpire rappresentanti delle istituzioni”. Michele Macrì è originario di Cinquefrondi (Reggio Calabria), Alessandro è nato a Bordighera: entrambi risiedono a Vallecrosia e gestiscono il bar all’interno del supermercato “il Mercatone” di Ventimiglia.
Nei mesi scorsi i carabinieri avevano arrestato a Bordighera un presunto “gruppo di fuoco” di giovani calabresi trovati a loro volta in possesso di un’arma: il sospetto degli investigatori è che volessero uccidere un esponente locale del Pd, Donatella Albano, già minacciata perché con le sue denunce aveva fatto partire un’inchiesta che ha portato alla richiesta di commissariamento per infiltrazioni mafiose del Comune di Bordighera.
Fonte: Repubblica