Utenti minacciati di mettere on line le loro foto compromettenti. L’organizzazione agisce dall’estero
Genova – «Non dare confidenza agli sconosciuti», dicono sempre le mamme. Ma, si sa, i consigli spesso sono giusti, e non sempre ascoltati. È quanto devono avere pensato le vittime di un giro di estorsioni on line scoperto dalla polizia postale di Genova.
Una vera e propria organizzazione con varie sedi all’estero, specializzata ad “agganciare” persone su Facebook, il più grande e frequentato social network al mondo, e che una volta entrate nella cerchia delle amicizie, convincevano la vittima a mostrarsi nuda su Skype. Gli spettacoli erotici, però, venivano ripresi con delle telecamere e, una volta ottenute le registrazioni, partiva il ricatto: «O ci dai i soldi oppure mandiamo il filmato a tutti i tuoi amici e lo pubblichiamo su internet». La cifra chiesta variava da un massimo di tre mila euro a un minimo di 1.500.
Agli agenti postali sono già arrivate una decina di segnalazioni. Ma secondo gli investigatori, le vittime potrebbero essere molte di più. Che non denunciano per vergogna o perché preferiscono pagare pur di non fare trapelare la notizia in famiglia. I primi contatti sono iniziati nei mesi scorsi. E nel giro di poco tempo si sono moltiplicati. Secondo gli agenti, il gruppo di estorsori cambierebbe spesso sede, spostandosi dall’Africa fino alla Giamaica, e sarebbe lo stesso già specializzato in furti di crediti on line.
Il meccanismo usato è semplicissimo. I ricattatori cercano sul social network i profili visibili a tutti. Controllano se qualcuno ha inserito un interesse sessuale particolare, e chiedono l’amicizia. L’utente accetta e inizia così una sorta di “corteggiamento” virtuale. A quel punto, l’esca chiede il numero di telefono e il contatto di Skype, il sito per fare le videochiamate gratis, e invita l’amico a fasi vedere nudo. C’è chi si spoglia e basta, ma ci sono casi di persone che si sono anche spinte più in là. Inconsapevoli che dall’altro lato una telecamera nascosta sta registrando tutto. Dopo un paio di giorni, però, arriva la mail con la richiesta di soldi, con tanto di ricatto. Vittime soprattutto i cinquantenni, ma anche uomini di 30 anni come di 60.
Fonte: Il Secolo XIX